Rosalia Billeci

Telefono: 3298176019

Email: r.billeci@gmail.com

Palermo

Username usato in Telegram: @rosytustra

Arte: teatro/cabaret

Canale Youtube: https://youtube.com/user/MsRosalia

Profilo social artistico: https://www.facebook.com/rosaliabilleciofficial

Professionista: SI

Medico di professione e artista teatrale per talento e vocazione, la mia storia artistica è abbastanza ingarbugliata. Ho scelto di fare il medico non tenendo conto del mio talento che tutti consideravano straordinario, è stata la mia insoddisfazione personale che mi ha costretta a rivedere le mie scelte, e cosi dopo la laurea mi sono iscritta ad una scuola di teatro che ovviamente mi ha messo in una crisi talmente profonda da indurmi a intraprendere un percorso psicoterapeutico personale e professionale – mi sono specializzata in psicodramma analitico junghiano – che mi ha permesso di accettare e valorizzare la mia parte creativa, portandomi lì dove ero partita, cioè al teatro. Il teatro ha rappresentato la conquista delle mie parti più autentiche, la sintesi, la ricomposizione di una vita lacerata, l’espressione della mia creatività mortificata, che ha dato nuovo significato alla mia vita personale e professionale. E così, pur continuando la mia professione di medico, ho cominciato ad occuparmi attivamente di teatro sia come autrice che come regista e attrice, realizzando nel tempo una compagnia teatrale che aveva il senso di creare una comunità di persone con il fine di portare benessere a sè e alle comunità di appartenenza. A poco a poco il teatro, entrato molto tardi e in sordina nella mia vita, alla fine era diventato talmente totalizzante, che prima che arrivasse la PESTE di marzo 2020, vedevo la mia vita proiettata nel teatro.

Invece dopo marzo 2020 c’è stato come un colpo di scena, qualcosa di inaspettato, direi straordinario: la mia professione di medico, che pensavo non mi appartenesse profondamente, è venuta fuori in maniera prepotente, e oggi la mia vita è quasi totalmente dedicata alla cura dei malati Covid. Ma il teatro nella prima parte di questa assurda storia, quando ancora non sapevo che il Covid si potesse curare, mi è stato fondamentale: è divenuto il mio strumento di denuncia, di smantellamento della narrazione ufficiale. Grazie alle mie competenze potevo mostrare le falsità medico scientifiche, le assurdità, le minacce, i ricatti cui ci stavano sottoponendo; le mistificazione ideologiche, ispirati a concetti totalitari e antidemocratici come bene collettivo, salute e sicurezza pubblica, dovere morale, diventate strumenti per giustificare la perdita delle nostre libertà e dei nostri diritti fondamentali. Così è venuto fuori lo spettacolo “The Covid Horror show: non ci resta che ridere”, che in seguito è diventato semplicemente “Non Ci Resta Che Ridere” in cui mostro, attraverso l’ironia e il sarcasmo, l’inganno e le trappola che ci hanno teso. Credo che di fronte all’inganno e la finzione del reale, il luogo del disvelamento non può che essere il teatro, dove attraverso il distacco e la giusta distanza possono essere mostrate quelle verità crudeli, assurde e paradossali, che la gente si rifiuta di vedere e accettare!

Non parlerò degli altri spettacoli, che sono tanti, tutti su temi controversi e complessi di ordine antropologico, sociale, psicologico ed esistenziale. Il filo conduttore è sempre lo stesso: scardinare, svelare, smentire, contestare, confutare, quelle false verità divenute narrazioni culturali, su cui alla fine si fonda tutta la nostra civiltà. Quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo probabilmente è già avvenuto in altre epoche storiche, non è che una delle tante modalità con cui il potere tramanda se stesso e si perpetua nei secoli dei secoli.

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